La tradizione del Natale a Bormio è legata soprattutto alle classiche rappresentazioni cristiane, coi presepi che decorano chiese e abitazioni.
La notte della vigilia si andava tutti alla tradizionale messa di mezzanotte e, una volta tornati a casa, ci si ritrovava davanti alla stua calda per festeggiare insieme in armonia, mangiando qualche specialità con le persone care.
I bambini, prima di andare a dormire, mettevano fuori dalla finestra una scarpa per i doni che Gesù bambino – e non il moderno Babbo Natale – avrebbe portato loro. Generalmente accanto alla scarpa era posto anche un piatto con un po’ di sale per… l’asinello!
A Bormio, attorno alla notte di Natale è nata una curiosa leggenda, ossia che “chi nasce la notte di Natale non si scompone neanche dopo morto.” Basandosi sui tre scheletri esposti fino a pochi anni fa nell’ossario di S.Nicolò in Valfurva – che si pensava fossero nati la notte di Natale – i paesani credevano che le ossa delle persone nate il 25 dicembre non si sarebbero mai disunite, fino al giorno del giudizio universale.
L’ultima credenza popolare di Bormio, legata al Natale, è di tipo meteorologico.
“Nadàl in plàza,
Pàskua su li braska”
La traduzione letteraria è “Natale in piazza, Pasqua accanto al fuoco.” Se a Natale c’è bel tempo e poca neve, sicuramente a Pasqua il tempo sarà gelido e il panorama imbiancato. Visto la nevicata che dovrebbe arrivare oggi, non mi sembra proprio questo il caso.
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