Bormio, la Magnifica Terra, un territorio lontano dalle grandi città, è sempre stato legato a tradizioni religiose, prima pagane e poi cristiane.
Durante il periodo di Pasqua, negli ultimi anni, si è sempre parlato dei Pasquali – se non sapete cosa sono, domani vi spiegheremo bene la loro storia! – ma la storia della Pasqua a Bormio è molto legata anche a vecchie tradizioni religiose, ancora più antiche.
Secondo il libro scritto da Glicerio Longa, le celebrazioni della Pasqua a Bormio iniziavano il giovedì santo in oratorio, con la riproduzione della cena degli apostoli, distribuzione di pane, aringhe e vino.
Il venerdì santo, prima della tradizionale processione, le strade vengono pulite a puntino. Canti liturgici la accompagnano fino alla Chiesa – per la benedizione finale – e poi tutti a casa tranne quattro soldati che, in uniforme da pompiere, dovevano vegliare il Cristo per tutta la notte.
Il sabato di Pasqua era tradizione bruciare una gran canasta di legna davanti alla Chiesa. Il carbone, benedetto poi dal sacerdote, veniva dato ai contadini che lo spargevano sui campi e sui prati, cercando di propiziarsi un buon raccolto. Alcuni abitanti di Bormio portavano a casa qualche tizzone di fuoco da mischiare a quello già acceso, con l’idea che il cibo successivamente cotto nel camino diventasse benedetto.
Dopo la Santa Messa, il giorno di Pasqua, il prete girava per le case – accompagnato dal sacrestano – benedicendo case e stalle. Il sacrista soleva portare un canestro per le offerte, in cui i contadini usavano mettere uova. Assieme al prete c’era anche un ragazzo che portava la piletta dell’acqua e l’aspersorio, in cui i bormini donavano monete sonanti.
Domani parleremo meglio della tradizione dei Pasquali. Cosa sono e come sono nati.
Clara
17 aprile 2014 at 19:43
Davvero splendide testimonianze..complimenti! E buona Pasqua! Clara Valtourist
Carlo Lorenzini
19 aprile 2014 at 10:53
Grazie Clara, fa sempre piacere che il proprio lavoro venga apprezzato. Buona Pasqua anche a te!