Se pizzocheri e sciatt sono piatti tipici di Bormio e dell’Alta Valtellina, c’è un’altra pietanza che è diffusa non solo nelle nostre zone, ma in tutto il nord Italia: la polenta.
Le origini della polenta si perdono nell’antichità. Storicamente questo particolare piatto non si può collocare in una zona certa, visto la semplicità dei suoi ingredienti. Si presume che l’origine possa essere greca, con un piatto simile alla farinata d’orzo. Plinio il vecchio la cita parlando di un migliaccio, sostituendo l’orzo col miglio. La prima ricetta “ufficiale” però è da attribuirsi ad Agostino Gallo, che – per sfamare 3/4 persone – usa “4 libbre di farina di miglio, 6 libbre di acqua bollente e si lascia cuocere fino a che l’impasto si è ben gonfiato, senza rimescolare. Allora, fuori dal fuoco, si rimesta, si taglia in pezzettini sottili con un filo e si mangia calda, con formaggio o ricotta.”
La polenta che consumiamo al giorno d’oggi arriva in Italia solo alla fine del sedicesimo secolo. L’ingrediente principale è la farina di mais, cereale importato agli inizi del 1500 da Cristoforo Colombo e poi diffuso soprattutto nel nord Italia, nella bergamasca e in Friuli.
Storicamente la polenta considerato un piatto “povero”, carente di principi nutritivi e poco costoso. Nel diciannovesimo secolo era il cibo principale dei contadini e delle persone appartenenti ai ceti sociali più umili.
Con il Riciclo della Polenta lo chef Diego Fratton insegnerà alle persone come utilizzare i resti di quello che uno dei principali piatti del nord Italia, sovente scelto come pranzo domenicale. I preziosi consigli dello chef saranno utilissimi per ottenere piatti gustosi ed economici, nel rispetto della tradizione storica della polenta.
Il Riciclo della Polenta è parte del programma di lezioni di cucina organizzato dal Comune di Bormio, dall’Associazione Cuochi della Valtellina e della Valchiavenna e dall’Istituto Alberghiero “Zappa” di Bormio.
Appuntamento lunedì 1 settembre, alle ore 21.00, in Piazza del Kuerc a Bormio.
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